GENERAZIONE COVID – Noi, 15 anni, e la pandemia – 2H
La situazione pandemica globale dovuta al Covid-19, purtroppo, impedisce ancora la didattica in presenza e pone grossi limiti alla socialità di noi adolescenti, costringendoci a trovare nuovi modi di incontrarci, studiare e divertirci. Quest’anno anche la Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica, uno degli eventi più attesi e sentiti nella comunità locale, si svolge per la prima volta in una modalità inedita, tutta in digitale.
La classe 2H, nel laboratorio “Generazione Covid – Noi, 15 anni, e la pandemia”, propone una serie di interessanti riflessioni su quanto è successo negli ultimi dodici mesi e su come si prospetta il nostro futuro.
Il video del progetto, realizzato dai ragazzi con la supervisione della professoressa A. Capuzza, inizia con una breve ma esauriente presentazione del Covid-19: cos’è, com’è fatto, come si trasmette, i test per individuarlo e la situazione dei vaccini anti-coronavirus.
In un parallelismo molto ben riuscito, il racconto della pandemia è stato collegato al film del 2007 “Io sono leggenda”, con protagonista Will Smith, che racconta la storia di un medico sopravvissuto ad una terribile epidemia a causa della quale la popolazione è stata decimata.
Il discorso torna, in seguito, sulla situazione attuale ed in particolare sull’impatto che il virus ha avuto a livello sociale: abbiamo dovuto improvvisamente rinunciare a baci, abbracci e strette di mano, alla scuola, alle feste e ai viaggi, alla rassicurante vicinanza di amici e parenti. Questo nuovo modo di vivere si sta rivelando difficile per tutti, dai bambini agli anziani, e allo stesso tempo ci sta costringendo ad affrontare una paura innata nell’uomo, quella della solitudine, che a volte permette di riconnettersi con il proprio io ma altre volte non porta altro che dolore.
L’elaborato si sviluppa alternando l’analisi di situazioni che abbiamo vissuto nell’ultimo anno e continuiamo a vivere ancora adesso (come i flash-mob dai balconi e la DAD) ad interessanti collegamenti con il mondo della musica e del cinema, con l’arte, la storia e con la letteratura. Tra questi, ad esempio, il racconto dell’epidemia di peste nel Decameron di Boccaccio, numerose opere di street art, la canzone “Better days” degli One Republic e la lettura di un passo dell’Apocalisse e della poesia “La malattia dell’olmo” (Vittorio Sereni) che rispettivamente aprono e chiudono l’elaborato.
I ragazzi hanno voluto lanciare anche un messaggio di speranza sia dal punto di vista scientifico, con la diffusione sempre maggiore dei vaccini, sia per quanto riguarda l’humanitas; l’auspicio è che una volta finita la pandemia il mondo non solo torni alla normalità, ma diventi anche migliore di com’era prima, grazie all’empatia e al rispetto verso il prossimo.
Alessia Bianchini e Angelica De Sanctis
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